Cerimonia
Basilica di S.Giovanni a Porta Latina
La chiesa, dedicata a San Giovanni Evangelista, si trova all'estremità del rione Celio, in quello che una volta si chiamava il disabitato. Ancora oggi la zona è immersa nel verde e salvaguardata dalle costruzioni, che invece sono cresciute intensive al di là delle mura. E’ una delle più antiche chiese basilicali di Roma. Fu costruita alla fine del V secolo nei pressi di Porta Latina, una delle sedici porte che si aprivano nelle Mura Aureliane. Interventi successivi in stile barocco ne stravolsero la primitiva semplicità.
Nel 1938 i Padri Rosminiani si stabilirono nella basilica e nell'edificio adiacente, ove fondarono il Collegio missionario “Antonio Rosmini” e avviarono un intervento di restauro totale, realizzato tra il 1940 ed il 1941 che riportò la basilica alle antiche caratteristiche medievali.
Il portico fu completamente ripristinato demolendo le stanze costruite sopra, abbattendo le murature che ne riempivano le arcate, abbassando il livello del pavimento in modo da liberare le colonne fino alla base che era interrata per oltre 60 cm. Furono riaperte le tre finestre della facciata, venne restaurato il campanile con lo svuotamento delle eleganti trifore e furono eliminati tutti gli elementi barocchi che avevano per tanto tempo appesantito l'atmosfera semplice ma suggestiva all'interno della basilica.
Il portico a cinque arcate è costituito da quattro colonne di marmo e granito ed ornate da tre capitelli ionici ed uno dorico. Sotto il portico è conservata la cuspide originale del tempietto di S. Giovanni in Oleo, sul quale, invece, nel 1967 fu collocato un calco in gesso. Degli antichi affreschi che ricoprivano il portico e parte della facciata rimangono solo alcune tracce.
Il campanile romanico del XII secolo ha forma quadrata a cinque ordini: il primo piano presenta una sola monofora tamponata, il secondo piano una bifora con archi poggianti su pilastro, mentre gli ultimi tre piani trifore su colonnine e capitelli. La cella campanaria conserva una campana del 1723.
Nel cortile antistante è presente un cedro centenario ed un pozzo, risalente all'VIII secolo, ornato da una decorazione formata da due colonne con capitelli a foglie del IV secolo. Di epoca posteriore è l'iscrizione latina sull'orlo del pozzo, che riproduce quasi per intero la formula battesimale : IN NOMINE PAT ET FILII ET SPI [RITUS SANT] I e le parole del profeta Isaia : OMNS SITIE [NTES VENITE AD AQUAS]. Non manca infine la firma dell'incisore : EGO STEFANUS.
L'interno della basilica, diviso in tre navate da due file di cinque colonne ciascuna di marmo diverso - provenienti da costruzioni antiche della zona, appartenenti secondo la leggenda, ad un tempio di Diana - mostra oggi un impianto analogo, con ogni probabilità, a quello che doveva avere nell'VIII secolo. L'unica differenza di rilievo e' data dal livello del pavimento, oggi corrispondente ai lavori del XII secolo (il pavimento del sec. VIII si trova a 15-20 cm. circa mentre quello del sec. V a 48 cm. sotto il pavimento attuale). Sulle colonne poggiano archi semicircolari. Intorno all’altare sono conservati resti di un pavimento cosmatesco a disegno geometrico, mentre nella predella dell’altare stesso spicca in lettere capitali romane l’antico titolo della Chiesa, ritrovato durante gli ultimi restauri TIT. S. IOANNIS ANTE PORTAM LA(TINAM).
Tra i più significativi interventi attuati vi è comunque la riapertura delle tre grandi finestre dell'abside. Queste finestre a tutto sesto, chiuse da lastre in onice giallo-miele, diffondono una luce dorata che conferisce una suggestione particolare al Crocifisso ligneo con Madonna e S. Giovanni che sovrasta l'altare, di austera e lineare bellezza.
Di grande importanza sono, infine, gli affreschi medioevali riportati alla luce nel corso dei restauri effettuati nel corso di questo secolo. La navata centrale è decorata da una serie di circa 50 figurazioni che rappresentano fatti dell'Antico e del Nuovo Testamento dalla creazione del mondo alla gloria apocalittica della nuova Gerusalemme. Sopra la porta di ingresso è rappresentato il giudizio universale.
Il 28 maggio 1962 Sandra e Raimondo Vianello si unirono in matrimonio proprio in questa chiesa. E l’auspicio di poter vivere una vita alla “che noia che barba, che barba che noia” corre d’obbligo!
San Giovanni in Oleo
Nelle vicinanze della basilica sorge la cappella di San Giovanni in Oleo, costruita esattamente sul luogo della tortura alla quale l'Evangelista era stato sottoposto ed alla quale era miracolosamente sopravvissuto.
La Legenda Aurea racconta così la storia:
“Quando gli apostoli dopo la Pentecoste si separarono, lui [Giovanni Evangelista] andò in Asia, dove fondò molte chiese. Quando l'imperatore Domiziano venne a conoscenza della sua fama, lo fece venire a Roma e lo fece buttare in un recipiente di olio bollente, immediatamente davanti alla porta Latina: ma Giovanni ne uscì illeso, come era rimasto estraneo alla corruzione della carne. L'imperatore, visto che anche così non desisteva dalla predicazione, lo mandò in esilio nell'isola di Patmo, dove nella completa solitudine scrisse l'Apocalisse”.
Nel 1509 il tempietto è stato ricostruito a pianta ottagonale e nel 1660 restaurato ad opera del Borromini per volere del cardinale Paolucci, che aveva in animo di farne la cappella di famiglia.